Il Regno Lombardo Veneto si estendeva per una superficie totale di 46.991 chilometri quadrati e contava, approssimativamente, 6.357.800 abitanti.
Quando vennero introdotti i francobolli (1° giugno 1850), nelle nove province della Lombardia e nelle otto del Veneto esistevano 255 uffici postali (tra cui cinque collettorie).
Negli anni successivi vennero aperti nuovi uffici e qualcuno venne chiuso.
Gli uffici dipendevano da diciassette Direzioni Provinciali, a loro volta sottoposte alla Direzione Superiore di Verona.
Senza elencare tutti gli uffici, di seguito ne diamo il numero provincia per provincia.
In Lombardia:
Milano (capitale) 21, Bergamo 25, Brescia 25, Como 35, Cremona 10, Lodi e Crema 8, Mantova 22, Pavia 8, Sondrio 9
In Veneto:
Venezia (capitale) 14, Belluno 10, Padova 13, Rovigo 10, Treviso 13, Udine 23, Verona 14, Vicenza 16.
Fino al 31 ottobre 1858 nel Lombardo Veneto la moneta circolante era la Lira Austriaca che si divideva in 100 Centesini, equivalenti a 20 Kreuzer, ovvero 0,865 Lire Italiane.
Il 1° novembre 1858, con l’introduzione di una nuova valuta (Österreichische Währung) un Fiorino, equivalente a 2,47 Lire, si divise in 100 Soldi.
Infine il 22 giugno 1859 fu introdotta la monetazione italiana (1 Lira = 0,405 Fiorini).
Conclusasi l’avventura napoleonica, il 9 giugno 1815 si chiuse il Congresso di Vienna nel corso del quale le potenze vincitrici di Napoleone decisero la suddivisione politica dell’Italia, inizialmente in una decina di Stati, diventati poi sette a seguito di annessioni: Regno di Sardegna, Regno Lombardo Veneto, Granducato di Toscana, Ducato di Parma, Ducato di Modena, Regno delle Due Sicilie. Nel Regno Lombardo Veneto furono riuniti i territori della Lombardia e del Veneto che erano stati assegnati all’Austria.
La svolta che era stata impressa al servizio postale da Napoleone Bonaparte continuò a sopravvivere (non a caso viene indicata come l’inizio del servizio postale inteso in modo moderno), e con essa furono mantenuti concetti quali, ad esempio, “assicurata” e “ferma in posta”.
Le lettere potevano essere spedite “con porto dovuto” se la tassa era a carico del destinatario, oppure “con porto pagato” se la tassa era assolta preventivamente dal mittente al momento della spedizione. Venivano inoltre applicati dei bolli indicanti le località di partenza e di arrivo. Queste lettere vengono chiamate “prefilateliche”, intendendosi precedenti all’uso dei francobolli.
Il nome “francobollo” deriva dalle parole “franco” e “bollo”. “Franca” era una lettera che non richiedeva esborsi da parte del destinatario; “bollo” invece era l’impronta del timbro che ebbe, nel tempo, molti significati.
Inizialmente, nel Lombardo Veneto, il termine usato spesso per indicare i francobolli era “bollo” oppure “bollino”.
Non fu così in Austria: infatti mentre sulla vignetta dei primi francobolli si poteva leggere l’indicazione «KKPOST-STEMPEL», nel loro decreto di emissione erano ufficialmente e ripetutamente definiti “Briefmarken” (letteralmente “marche per lettera”) coniando quella parola che è ancora oggi usata per indicare i francobolli in lingua tedesca.
I primi francobolli di questo Regno, primo in Italia ad utilizzarli, vennero distribuiti dal 1° giugno 1850, durante il Regno di Francesco Giuseppe. La validità postale della prima emissione nei territori del Lombardo Veneto cessò il 31 dicembre 1858.
A causa della guerra franco-piemontese contro l’Austria, quest’ultima con il Trattato di Villafranca dell’11 luglio 1859, perdette la Lombardia fino al Mincio, Mantova esclusa, che passò a far parte del Regno di Sardegna.
La liberazione della Lombardia ebbe inizio il 23 maggio 1859 con l’entrata a Sesto Calende dei Cacciatori delle Alpi. Viene riportato l’elenco degli uffici postali della Lombardia e la data nelle quali le relative amministrazioni locali cessarono di appartenere a quella Austriaca.
L’8 giugno 1859, contemporaneamente all’ingresso in Milano di Napoleone III e Vittorio Emanuele II veniva costituito il Governo Provvisorio delle Province Lombarde che terminò il 31 luglio 1859. Un decreto del 30 giugno del Governatore della Lombardia ordinava l’estensione alla Lombardia della legislazione postale e delle tariffe sarde. I francobolli del Lombardo Veneto restarono ufficialmente in corso perciò fino al 30 giugno 1859 e furono sostituiti dal 1° luglio 1859 da quelli dell’amministrazione sarda.
Di seguito si riporta l’elenco dei principali uffici postali della Lombardia e le date nelle quali, nel 1859, le relative amministrazioni locali cessarono di appartenere a quella austriaca.
27 maggio: Como; 29 maggio: Lecco; 1° giugno: Luino, Chiavenna, Morbegno; 2 giugno: Bellaggio, Bormio, Varenna; 3 giugno: Cantù; 4 giugno: Magenta, Busto Arsizio, Legnano; 5 giugno: Varese; 7 giugno: Milano; 8 giugno: Bergamo; 9 giugno: Alzano; 10 giugno: Desio, Pavia, Monza; 11 giugno: Codogno, Lodi; 12 giugno: Crema, Brescia, Pizzighettone; 13 giugno: Cremona; 14 giugno: Piadena; 15 giugno: Iseo, Casalmaggiore; 16 giugno: Asola; 17 giugno: Lovere; 21 giugno: Desenzano, Lonato, Castiglione delle Stiviere; 28 giugno: Sondrio.
La Terza Guerra d’Indipendenza ebbe inizio il 20 giugno 1866; con una rapida avanzata l’Esercito Italiano in circa un mese liberò quasi tutto il Veneto.
Il 12 agosto 1866 l’armistizio di Cormons confermò le tregue intercorse e fissò la permanenza austriaca (momentanea) nella provincia di Verona (esclusa Cologna), Mantova, Venezia, Chioggia e Palma. Queste province rimasero austriache fino alla metà dell’ottobre 1866, quando si ebbero gli effetti della Pace di Vienna.
Viene riportato di seguito l’elenco dei principali uffici postali e la data di liberazione.
11 luglio: Rovigo; 12 luglio: Battaglia, Padova; 14 luglio: Treviso, Castelfranco; 16 luglio: Conegliano; 18 luglio: San Donà; 20 luglio: Valdobbiadene, Oderzo; 21 luglio: Vicenza; 22 luglio: Udine; 25 luglio: Codroipo; 11 ottobre: Mantova; 15 ottobre: Belluno; 16 ottobre: Cividale, Gemona, Verona, Palma; 19 ottobre: Venezia.