I° Emissione

1° Giugno 1850:

Emissione della prima serie.

Poco piu’ di dieci anni dopo dalla comparsa del primo francobollo al mondo (il Penny Black in Inghilterra, il 6 Maggio 1840). L’Impero austriaco emette la prima serie di francobolli che viene utilizzata anche nel Lombardo Veneto.
E’ del 26 marzo 1850 il Decreto col quale si stabilisce che a far data dal 1° Giugno 1850 entreranno in uso i “bolli da lettere” per “l’affrancazione” della corrispondenza.



La prima emissione e’ caratterizzata da 5 valori, 5c, 10c, 15c, 30 e 45. Si tratta di francobolli non dentellati.
il soggetto è lo stemma della casa regnante austriaca e la dicitura sul bollo è austriaca (Kepost Stempel); l’unico elemento che distingue questi francobolli da quelli usati nell’impero Austriaco, è l’indicazione del valore, in centesimi e non in kreuzer.
I colori per i vari valori sono: giallo, nero, rosso, bruno e blue.

Si tratta di stampa tipografica monocroma su carta che dal 1850 al 1854 era a mano, dal 1854 al 1857 era a macchina. Su carta a mano era prevista anche una filigrana disposta al centro della matrice.

La composizione dei fogli era il seguente:

Ossia 4 blocchi formati da 64 esemplari l’uno (8×8) ma per ragioni di semplicità e conteggio ne venivano stampati solo 60 e i quattro spazi restanti venivano occupati con delle croci che erano dette “croci di Sant’Andrea“. Tali croci erano sempre poste nell’ultima fila del blocco e in un foglio comparivano tutte a sinistra oppure tutte a destra.

Questo stratagemma era utile per semplificare la contabilità. In questo modo il valore di ogni foglio era una cifra intera, tanto per i francobolli con il valore espresso in kreuzer, quanto per quelli destinati al Lombardo Veneto con il valore espresso in centesimi, come possiamo vedere nella tabella sottostante.

Inizialmente le croci venivano disposte alla destra di ogni quarto, in quella che viene detta I composizione.
Successivamente le croci furono disposte, sempre nell’ultima riga, verso la sinistra dei quarti di foglio (II composizione).
La III composizione prevede le croci spostate verso il centro del foglio. Qualcuno ritiene che sia stato fatto per individuare la posizione che occupavano i quarti di foglio dopo che erano stati tagliati, ma ci sembra debole come spiegazione: al massimo potevano chiarirci solo se si trattava di un quarto destro o sinistro del foglio grande.
La IV composizione, con tutte le croci spostate verso il bordo esterno del foglio, pur essendo teoricamente possibile, non sarebbe stata ancora provata.

La filigrana naturalmente compariva solo sugli esemplari stampati nella zona centrale del foglio. La filigrana era rappresentata da una sigla in corsivo, che sta per “Kaiserlich Königliches Handels Ministerium”, ovvero “Ministero regio imperiale del commercio”. La filigrana andava a sovrapporsi, almeno in parte, su 16 francobolli del foglio.

A seconda di come veniva inserito il foglio nella macchina da stampa, la filigrana poteva avere quattro differenti posizioni: dal basso all’alto (normale, o diritta), dall’alto verso il basso (capovolta), dal basso verso l’alto invertita (speculare), dall’alto verso il basso invertita capovolta (e speculare).

La carta utilizzata

Le carte utilizzate per stampare la prima emissione di francobolli di Lombardo Veneto si possono dividere in due gruppi principali che sono tradizionalmente denominati: carte fabbricate a mano e carte fabbricate a macchina.
La carta a mano venne utilizzata dal 1850, era di colore bianco, di impasto piuttosto uniforme, inizialmente di spessore medio sottile (mm. 0,08-0,09).
Dall’aprile 1851 la carta utilizzata diventò più rugosa, dall’aspetto spesso telato in trasparenza, mentre lo spessore restò quasi identico, a parte alcuni valori spessi fino a mm. 0,1.
Il colore assunse un tono tendente al giallognolo/paglierino.
Subito dopo venne utilizzata una carta molto più sottile, denominata “carta seta”, il cui spessore era decisamente inferiore ai tipi precedenti: variava infatti da mm. 0,055 a mm. 0,075. La stampa su tale tipo di carta risultò in genere peggiore delle precedenti.
Successivamente si ritornò ad utilizzare una carta simile a quella del 1851, di medio spessore e rugosa, fino ad arrivare all’ultima carta a mano utilizzata, bianca, rugosa e molto spessa (alcuni valori raggiunsero lo spessore di mm. 0,12).
Al di fuori di questo range, spessori più sottili o più spessi sono particolarità interessanti; li elenchiamo in questa tabella:

5 centesimi   mano 0,005 e 0,013 mm.
10 centesimi I Tipo mano 0,013 e 0,014 mm.
10 centesimi III Tipo macchina 0,006 e 0,007 mm.
15 centesimi I Tipo mano 0,006 e 0,007 mm.
15 centesimi II Tipo mano 0,005; 0,006; 0,007; 0,013 e 0,014 mm.
15 centesimi III Tipo mano 0,006; 0,007; 0,013 e 0,014 mm.
15 centesimi III Tipo macchina 0,013 e 0,014 mm.
30 centesimi I Tipo mano 0,005; 0,006 e 0,007 mm.
30 centesimi II Tipo mano 0,007; 0,013 e 0,014 mm.
30 centesimi III Tipo mano 0,013 e 0,014 mm.
30 centesimi III Tipo macchina 0,013 e 0,014 mm.
45 centesimi I Tipo mano 0,006 e 0,007 mm.
45 centesimi II Tipo mano 0,005; 0,006 e 0,007 mm.
45 centesimi III Tipo mano 0,013 e 0,014 mm.
45 centesimi III Tipo macchina 0,013 e 0,014 mm.

I francobolli stampati su carta da mm. 0,005 a mm. 0,007 possono definirsi stampati su “carta seta”; quelli su carta da mm. 0,012 a mm. 0,014 stampati su carta cartone.

Nella grande categoria della carta a mano a titolo sperimentale, ma forse anche per la casualità prodotta dall’approvvigionamento della carta presso differenti cartiere, troviamo altre tipologie di carte (o carte sottoposte a trattamenti particolari) che vennero utilizzate per la stampa dei francobolli della prima emissione.
Ricordiamo in questa sede la “carta quadrigliata” che a luce radente mostra una struttura a nido d’ape.

Non si può dimenticare la “carta costolata” (o a “coste verticali”): in questo caso, dopo la stampa, la carta subì un un trattamento che prevedeva la costolatura del foglio di francobolli già gommato ottenuta laminandolo, forse facendolo passare tra due rulli (metallici e a caldo, oppure di legno duro, tipo bosso). La righettatura che ne risulta ha una distanza interasse tra riga e riga di mm. 0,3. Il 15 centesimi (I e II Tipo) della Tavola 2 ed il 30 centesimi Tavola 1 compaiono con questa caratteristica nel febbraio 1851, il 45 centesimi Tavola 1 nel mese di luglio dello stesso anno.
Un numero limitatissimo di fogli fu stampato su “carta vergata”, la cui struttura mostra in trasparenza (a tutti gli effetti si tratta di una filigrana), ma anche a luce radente, l’impronta delle vergelle che costituivano il fondo del telaio con cui veniva estratta la pasta dal tino. Per dare unità e solidità alle vergelle (disposte parallelamente fra di loro) una verga più robusta, posta ortogonalmente a queste, le tratteneva alla struttura. Infatti nella carta vergata su cui vennero stampati alcuni fogli sono visibili le vergelle (16 ogni 2 centimetri, ovvero da 14 a 15 per la larghezza del disegno della vignetta) e a distanza irregolare la verga orizzontale. E’ da precisare che sulla carta vergata è assente la filigrana ufficiale KKHM. Per il Lombardo Veneto, stampato su questa particolare carta, è noto solo il 15 centesimi III Tipo, Tavola 4 (le date conosciute pubblicate vanno dal 24 agosto 1852 al 23 maggio 1853, la località più frequente d’impiego risulta essere Verona).
Un altro tipo di carta che venne impiegato per la fabbricazione dei francobolli della prima emissione è quella chiamata “leggermente vergata”, slightly vergé da Emilio Diena, slightly laid dagli inglesi, batonneé dai francesi e gestabtes Papier dai tedeschi. Vista a luce radente, presenta delle caratteristiche simili alla precedente, ma nulla in trasparenza. Su questa carta è presente la filigrana ufficiale KKHM. Un particolare interesse che si è acceso attorno a questa tipologia di carta ha portato alla conclusione che tutti i cinque valori tipo di questa emissione sono stati stampati su carta “leggermente vergata” con date che vanno dal maggio 1851 a tutto il 1853 (con la teorica possibilità di antecedere alla fine del 1850).
L’anno 1854 segnò la fine della carta fabbricata a mano e l’inizio della carta a macchina.
Probabilmente furono soprattutto ragioni di convenienza economica a spingere per il cambiamento: infatti il costo della carta fabbricata a macchina era inferiore del 50% rispetto a quella “a mano”.
Le prime date che segnano la comparsa della carta a macchina sui francobolli sono:

  • 9 gennaio 1854 (Valdagno) per il 15 centesimi;
  • 1° febbraio 1855 per il 30 centesimi;
  • 23 agosto 1856 (Milano) per il 45 centesimi;
  • 4 luglio 1857 (Treviso) per il 10 centesimi.

(Il 5 centesimi non venne mai stampato su carta a macchina, tranne che per le ristampe ufficiali del 1866 e seguenti).
Caratteristica della carta a macchina è di essere più liscia di quella a mano, con spessori (tra mm. 0,008 e 0,009) e struttura più uniformi, priva di rugosità.
Inoltre è priva di filigrana, per lo meno di filigrana “ufficiale”.
Infatti su alcuni esemplari di francobolli (e non solo della prima emissione) stampati su carta a macchina si possono notare delle lineette parallele, visibili a luce radente che viste in trasparenza mostrano un leggero effetto filigrana (cioè maggiore trasparenza della carta in corrispondenza delle lineette stesse).
Il primo ad osservare e, soprattutto, a studiare questo fenomeno nei primi decenni del XX secolo fu lo studioso Artur Ladurner che ipotizzò si trattasse della ricucitura dei feltri su cui scorreva la carta fabbricata a macchina durante il processo di lavorazione e per questo viene chiamata anche “filigrana di ricucitura” oppure, dal nome dello studioso, semplicemente “ladurner”.
Si manifesta in due modi: sotto forma di lineette parallele tra loro disposte in una doppia sequenza, oppure da lineette più irregolari, a volte divergenti tali da farle assomigliare a delle lettere “V”.
La sequenza delle lineette (parallele o irregolari) può essere, rispetto al francobollo, orizzontale o verticale.
Abbiamo fatto un cenno sopra allo spessore delle carte. Tutti i diversi tipi di francobolli della prima emissione sono conosciuti con spessori della carta compresi tra mm. 0,08 e mm. 0,12.
Vi sono inoltre spessori al di fuori di questo range che riportiamo di seguito. Si possono considerare particolarità interessanti.
(Per misurare lo spessore della carta si usa uno strumento chiamato spessimetro. Ne esistono diversi modelli con differenti funzioni accessorie).

Tariffe e distanze

I 5 tagli dei francobolli di questa emissione avevano degli impieghi ben specifici.

  • Il 5c era usato per le circolari e le stampe di con copertura di qualsiasi distanza
  • Il 10c era usato per coprire distanze entro il distretto postale di spedizione
  • Il 15c era usato per distanze entro le 10 leghe (75 km)
  • Il 30c era usato per distanze da 10 a 20 leghe (150 km)
  • Il 45c era usato per coprire distanze oltre le 20 leghe

La validità di questa emissioni fu ufficialmente fissata fino al 31 Ottobre 1858 ma fu tollerata fino al 31 Dicembre dello stesso anno.

Per un ulteriore approfondimento dei tagli sono stati realizzati degli articoli dedicati, clicca sul valore che ti interessa (Al momento funzione disponibile solo sul 5c e il 10c):

Il 5 centesimi della I° emissione

Il 10 centesimi della I° emissione

Il 15 centesimi della I° emissione

Il 30 centesimi della I° emissione

Il 45 centesimi della I° emissione

Potete trovare altre informazioni sulla stampa di questa emissione QUI

Questo articolo contiene alcuni passi recuperati da webarchive di un sito i cui contenuti non sono piu’ attualmente online, lombardoveneto.it

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