Questo francobollo esiste stampato solo su carta a mano con cliché del I Tipo: evidentemente i fogli stampati, realisticamente dal 1850 fino agli ultimi mesi del 1853, furono sufficienti a soddisfare le esigenze postali fino alla scadenza della validità di questa prima emissione. La carta a macchina, per i francobolli, venne infatti utilizzata a fine 1853 (il primo esemplare conosciuto stampato su carta a macchina è un 15 centesimi III Tipo utilizzato a Valdagno il 9 gennaio 1854).
Probabilmente per lo stesso motivo non fu ritenuto necessario approntare una nuova tavola per questo valore del quale, forse, fu preparato un numero limitato di composizioni (secondo Emilio Diena «…forse due sole composizioni od al massimo tre»). Il condizionale è d’obbligo per questo francobollo sul quale non sono stati fatti studi specifici. probabilmente per la difficoltà di studiarlo nei dettagli a causa del suo colore chiaro che certo non si presta ad un accurato esame visivo. Esiste il cliché del III Tipo (evidentemente era stato predisposto) ma venne utilizzato su carta a macchina esclusivamente per eseguire le ristampe ufficiali a partire dal 1866. E’ noto usato a Milano nel suo primo giorno di emissione (nella sua varietà di finta più pregiata, il giallo limone verdastro) su un frammento che consente di appurare l’anno (1850).
Il cliché era costituito da uno stereotipo. Lo stemma è quello originario. Riportiamo le principali caratteristiche del cliché del 5 centesimi: possono risultare utili ad identificare, in caso di dubbi, le falsificazioni e le ristampe, che furono eseguite con cliché del III Tipo. Ricordiamo che, soprattutto in questo francobollo, alcuni elementi distintivi possono leggermente variare dipendendo dall’usura e dall’inchiostrazione del cliché.
Campioni su cui sono stati estratti i particolari precedenti
(usare la il mouse per attivare la lente).
Questo francobollo è noto anche per essere l’unico che presenta la varietà della stampa recto-verso: è stato cioê stampato su ambedue i lati. Poiché ne esistono migliaia di esemplari, non si può credere che ciò sia stato dovuto ad un errore degli addetti all’Imperiale Regia Stamperia di Vienna, ma sia stato un fatto voluto. Al di là delle ipotesi che furono fatte agli inizi del secolo scorso di un esperimento per un sistema antifalsificazione (ipotesi che crediamo oggi non sia più sostenuta da nessuno), si può immaginare che la prima stampa (quella che noi oggi osserviamo al verso) sia risultata troppo debole: piuttosto che buttare via una tiratura, stampata su carta filigranata il cui quantitativo era stato controllato all’ingresso della stamperia (tanti fogli entravano per la stampa, altrettanti dovevano uscire stampati), si preferì probabilmente ristampare i francobolli sull’altro lato, avendo l’avvertenza di non farli coincidere con le impronte
debolmente stampate al verso al fine di evitarne il riutilizzo.
La controstampa può essere diritta (hanno entrambe la stessa direzione) o capovolta.
Durante l’allestimento della tavola (quella che riuscì debolmente impressa) fu commesso almeno un errore: un cliché venne inserito capovolto rispetto a tutti gli altri. Questo errore (riscontrato per la prima volta dal commerciante parigino Jules Bernichon nel 1897) si riscontra in tre soli esemplari. Evidentemente ci si accorse dell’errore e fu presto rimediato, altrimenti gli esemplari con la controstampa che presentano la varietà tête-bêche dovrebbero essere realisticamente di più.
Sempre nella composizione che venne stampata per prima (e che si trova al verso) e noto che
mancasse un cliché: esiste infatti un francobollo che al verso presenta uno spazio vuoto che
poteva essere occupato da una vignetta come pure da una croce di Sant’Andrea, ma questo
forse non potremo stabilirlo mai. Nel lontano 1931 Emilio Diena fece delle interessanti
osservazioni sul 5 centesimi stampato al recto ed al verso: sono osservazioni che, a parte
certi limiti di datazione che possono essere stati superati da successivi ritrovamenti,
mantengono una loro validità.
La più antica data d’uso di questa varietà che conosceva Diena era il 2 giugno 1851 (da
Cremona a Pizzighettone); oggi il catalogo Sassone (edizione 2014) riporta il gennaio 1851.
Questi francobolli usati nel 1851 (come quelli da 1 kreuzer con l’identica varietà per l’Impero
d’Austria) presentano una stampa particolarmente chiara e nitida. Quelli usati posteriormente fino al 1858) invece risultano meno nitidi e la nuova stampa è di una tonalità più forte (Diena
ipotizza per far risaltare meglio il valore che era difficilmente visibile alla luce artificiale dei
lumi a petrolio che si usavano all’epoca). al parer suo si tratterebbe di due tirature distinte
delle quali la prima risulterebbe meno comune.
Si stima (Provera) che del 5 centesimi di Lombardo Veneto siano stati stampati circa 3.550.000
esemplari.
I colori con cui venne stampato il francobollo da 5 centesimi (secondo il Catalogo Sassone
2014) sono:
– giallo ocra
– giallo
– giallo limone verdastro
– giallo limone
– giallo arancio
– ocra arancio
– giallo arancio chiaro
– arancio
– arancio carico
– arancio bistro
con stampa recto-verso:
– giallo ocra
Questo francobollo serviva per l’affrancatura di spedizioni sotto fascia, senza alcun
manoscritto, salvo l’indirizzo, la data e la firma, senza riguardo alla distanza.
Cessò la sua validità il 31 dicembre 1858.